Oggi vi parlerò della proposta di attuazione della valutazione proposta dall’INAIL nella sua monografia (Sartori, 2011).
In questa monografia, vengono riassunte le linee guida e viene presentato uno strumento di valutazione coerente con le indicazioni della commissione, l’accordo europeo ed il dettato normativo.
Voglio sottolineare che non è l’unico strumento disponibile, sia come check-list osservazionale per la fase preliminare, sia come questionario soggettivo per la fase approfondita.
È possibile, infatti, adottare anche altri strumenti, reperibili nella lettura scientifica, che ugualmente possono corrispondere alle indicazioni. Ne vedremo alcuni esempi in seguito.
Lo scopo della valutazione preliminare (prima fase) è quello di verificare l’esistenza di condizioni disfunzionali (specifiche dell’organizzazione) potenzialmente stressogene per i lavoratori e di alcuni indicatori (eventi sentinella) per comprendere se emergono elementi che possono determinare condizioni di stress.
Gli eventi sentinella comprendono: assenze per malattia; ritardi nell’entrata al lavoro; rispetto di regole e procedure; turnover; vertenze sindacali; segnalazioni di costrittività organizzative/disagio; tempi di lavoro; errori; costi produttivi; costi legali (Ferrario e Cesana, 2009).
La valutazione approfondita (seconda fase) concerne invece la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori attraverso diversi strumenti il cui fine è quello di garantire la partecipazione ed il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca dei fattori di rischio, delle conseguenti soluzioni e nella verifica della loro efficacia (D’Orsi et al., 2012).
Vi sono molteplici strumenti a disposizione, come i focus group, le interviste semi-strutturate ed i questionari; la scelta deve basarsi sulla valutazione dell’effettiva utilità dello strumento ai fini della ricerca di soluzioni e/o misure correttive.
L’INAIL ha proposto un suo questionario di cui vi propongo qui di seguito un abstract:
Nei prossimi interventi approfondirò la trattazione delle due fasi di valutazione del rischio stress lavoro-correlato e proporrò alcune alternative al modello proposto dall’INAIL.
Il progetto è interessante. Il modello INAIL è un buon metodo. Bisogna però far capire alle aziende che non è la foglia di fico per coprire qualsivogli vergogna organizzativa….ed è questa la parte di lavoro più dura ma anche più interessante.
Buon lavoro
Sono d’accordo con te Romano, ed è un lavoro da svolgere in team, ognuno con le sue competenze ed “armati” di buona volontà. Come sappiamo, cambiare è difficile ma importante. Ti ringrazio del commento, Elisa.
Pingback: La legislazione italiana sullo stress lavoro-correlato | Stress al Lavoro
Pingback: La prima fase di valutazione: la checklist dell’INAIL | Stress al Lavoro
Pingback: La seconda fase di valutazione | Stress al Lavoro
Pingback: La seconda fase di valutazione: focus group ed interviste semi-strutturate | Stress al Lavoro
Pingback: Parliamo di stress al lavoro? Perchè ho iniziato a scrivere questo blog e che risposte puoi trovare | Stress al Lavoro