La sindrome del burnout: quando un lavoratore è esaurito (II)

Oggi continuerò il discorso intrapreso ieri, esattamente da dove ci siamo lasciati: il lavoro di Maslach e Leiter.

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I due autori focalizzano l’attenzione sul grado di accordo (match) o disaccordo (mismatch) tra il lavoratore e sei aspetti dell’ambiente organizzativo: maggiore è il grado di accordo maggiore è la possibilità che si sviluppi engagement sul lavoro; maggiore è il grado di disaccordo maggiore è la possibilità che insorga il burnout. In questo modello, il burnout diventa mediatore tra i fattori organizzativi e le conseguenze sia per la salute dei lavoratori che per l’organizzazione (assenteismo, produttività, inefficienza, ecc.).

Le sei aree prese in considerazione dagli autori come antecedenti del burnout sono:

– il carico di lavoro elevato, spesso accompagnato alla difficoltà di recuperare le energie;

– il controllo insufficiente sulle risorse necessarie per svolgere il lavoro o un’autorità insufficiente per gestirlo nella maniera desiderata;

– il riconoscimento mancato o insufficiente;

– il supporto non presente o insufficiente da parte dei colleghi di lavoro e la presenza di conflitti irrisolti o cronici;

– l’equità mancata rispetto al carico di lavoro, alla retribuzione o agli avanzamenti di lavoro;

– i valori intesi come il conflitto tra quelli del lavoratore e dell’organizzazione.

Il grado di disaccordo tra persona ed ambiente di lavoro si misura tramite specifiche combinazioni e l’analisi di delicati equilibri, non dalla semplice sommatoria delle varie aree.

OCS2I due autori hanno anche poi strutturato un test (OCS – Organizational Checkup System) di cui avrò modo di parlarvi quando affronteremo i vari test.

In sintesi, posso affermare che le condizioni lavorative predittive del burnout sono del tutto sovrapponibili ai fattori favorenti lo stress occupazionale, pertanto la valutazione dello stress lavoro-correlato comprende (e deve comprendere) anche tale fenomeno.

Per oggi è tutto; il prossimo argomento sarà ancora più (purtroppo) ancorato alla vita lavorativa odierna, vi parlerò infatti di mobbing.

(Favretto, 2005; Avallone, 2011)

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