Il technostress: definirlo per riconoscerlo (I)

Personalmente ho sentito parlare per la prima volta del technostress solo un paio di anni fa, almeno come fenomeno a sè stante.

Techno Stress - Craig BrodIn realtà il primo ad utilizzare il termine fu Craig Brod nel 1984 (il primo Machintosh uscì proprio quell’anno, coincidenza?) nel suo testoTechno Stress: The Human Cost of the Computer Revolution” definendolo come:

A modern disease of adaptation caused by inability to cope with new computer technologies in a healthy manner.

Che tradotto diventa “un moderno disturbo di adattamento dovuto dall’incapacità di fronteggiare in maniera sana le nuove tecnologie”.

Seppur questa definizione sia ad oggi ancora coerente col fenomeno, numerose sono state le specificazioni e gli approfondimenti.

Tra i più autorevoli troviamo quelli di Michelle M. Weil e Larry D. Rosen che, alla precedente definizione aggiungono:

any negative impact on attitudes, thoughts, behaviors or psychology caused directly or indirectly by technology

ossia contemplano tra le possibili conseguenze “ogni conseguenza negativa che abbia effetto su attitudini, pensieri, comportamenti o psiche, causata direttamente od indirettamente dalla tecnologia.

Un’altra voce influente è quella della Professoressa Tarafdar, la quale ha identificato e descritto 5 componenti del technostress:

Al di là del multitasking

Al di là del multitasking

– techno-overload: i lavoratori sono spinti a lavorare più velocemente;

– techno-invasion: la vita privata viene invasa;

– techno-complexity: i lavoratori si sentono incompetenti di fronte alla complessità delle nuove tecnologie (ICTs);

– techno-insecurity: i lavoratori hanno paura di perdere il proprio posto a causa dei rapidi cambiamenti delle nuove tecnologie;

– techno-uncertainty: i costanti cambiamenti, miglioramenti e correzione di errori sia degli hardware sia dei software causano stress agli utilizzatori finali.

Per oggi concludo qui questa breve ma ricca carrellata di teorie sul tema.

E’ un argomento ancora poco trattato in letteratura (soprattutto in Italia) e ancor meno dal punto di vista legislativo, ma cercherò con questo e con i prossimi post di fornirvi una panoramica del fenomeno.