Oggi vi parlerò della seconda fase di valutazione. Mentre la prima indaga aspetti più oggettivi, la seconda si concentra sulla percezione soggettiva.
L’obiettivo è di garantire la partecipazione ed il coinvolgimento dei lavoratori nella ricerca dei fattori di rischio, delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia (D’Orsi et al., 2012).
Come vi ho già detto nel post sul documento INAIL, vi sono molteplici strumenti a nostra disposizione (focus group, interviste semi-strutturate e questionari) e la scelta come vedremo non è semplice e va attentamente ponderata.
Ora vi descriverò i primi due strumenti, domani approfondirò invece l’argomento questionari.
Partiamo con il focus group: serve a raccogliere, in un ristretto gruppo di persone, informazioni su temi multidimensionali e complessi. È uno strumento qualitativo, che permette di evidenziare gli elementi di criticità, grazie al confronto diretto coi lavoratori, e di acquisire suggerimenti per le migliorie. È versatile, flessibile ed informativo; è adattabile a diverse attività, preferibilmente di piccole o medie dimensioni, ma con un adeguato campionamento si può utilizzare anche con aziende di grandi dimensioni.
Nell’intervista semi-strutturata l’intervistatore ha invece una lista di base di domande e tematiche, ma è libero di modificarne la sequenza; all’intervistato è richiesta una partecipazione attiva e completa (Tusini, 2006). Ritengo che faciliti l’espressione di tematiche che potrebbero altrimenti rimanere nascoste a causa di “resistenze” e paure del soggetto. L’intervista consente anche di verificare la reale organizzazione interna e di raccogliere suggerimenti in merito alle possibili soluzioni.
Personalmente ritengo che i focus group possano aiutare a crearsi una panoramica del percepito aziendale, tuttavia diventa poi difficile ricondurre il tutto a tematiche delimitate e potrebbe rendersi necessario un terzo momento valutativo.
L’intervista mi sembra d’altro canto che possa ricondurre le opinioni ad un tema specifico, tuttavia il lavoratore potrebbe non aprirsi con l’intervistatore o, al contrario, esagerare.
Per ora lascio in sospeso la riflessione. Domani vi parlerò dei questionari e proveremo a “tirare le somme” su quanto convenga fare nella seconda fase.
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